La storia
La seconda guerra mondiale è da
poco terminata, gli italiani e l’Italia sono impegnati con tutte le forze a
risollevarsi per lasciarsi alle spalle gli orrori ed i ricordi peggiori
lasciati dal lungo conflitto. E’ il 1951 quando Vittorio Minarelli e Franco
Morini fondano una fabbrica, ma non una fabbrica qualunque bensì la F.B.M.
(Fabbrica Bolognese Motocicli) che produce motocicli con ciclo di lavorazione
completo. fra i quali va ricordato il “Gabbiano”, dotato di un motore a due
tempi monocilindrico con cilindrata di 125 cc ad asse orizzontale.
Pochi anni più tardi, nel 1956 la
F.B.M. decide di abbandonare la costruzione di mezzi interi per dedicarsi alla
fabbricazione di “moderni” motori a 2 tempi destinati ad equipaggiare i motocicli e ciclomotori prodotti dai numerosi
nuovi marchi che in quel periodo affollano il panorama motociclistico
nazionale. Nell’arco dello stesso anno le strade dei due soci fondatori della
F.B.M. si dividono: Vittorio Minarelli con pochi collaboratori impianta la F.B. Minarelli dove produce oltre
un migliaio di motori al mese soddisfacendo molte richieste provenienti sia dal
settore agricolo, sia da quello stradale. La Minarelli di Bologna diverrà
subito famosa non solo sul territorio nazionale ma in Europa e nel continente
americano.
Verso la fine degli anni sessanta
la ragione sociale si trasforma definitivamente in “Motori Minarelli” e si
trasferisce a Lippo di Calderara di Reno, in quello che è ancora oggi lo
stabilimento primario dell’azienda.
Negli anni settanta la Minarelli
dimostra tutta la sua maturità attestando la produzione annua su circa 200.000
propulsori e raccogliendo i frutti di tanto impegno anche dalle competizioni
motociclistiche: i motori Minarelli risultano vincitori di quattro campionati
mondiali “marche” e due titoli mondiali “piloti” nella categoria 125 cc
velocità.
I motori Minarelli sono tuttora
all’avanguardia e in collaborazione con la Yamaha produce motori per molti
marchi motociclistici d’Europa, ma questo, purtroppo o per fortuna, non riguarda più il vintage.