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lunedì 10 febbraio 2025

L'ITALIA HA DATO IL MEGLIO DI SE NEGLI ANNI DEL TRIAL CLASSICO E POST-CLASSICO

Nella storia del trial agonistico nessun pilota italiano è ad oggi riuscito a salire sul gradino più alto del podio del campionato mondiale, nonostante ciò l'Italia può vantare diversi titoli mondiali costruttori con ben tre diversi marchi nazionali e due secondi posti conquistati dal grande campione italiano Diego Bosis che, purtroppo, ci ha lasciati il 14 febbraio 2012. VIDEO: TRIBUTO A DIEGO BOSIS 

Ma vediamo con ordine quali sono stati questi grandi successi dell'industria meccanica e motociclistica italiana nel contesto della massima competizione della specialità. 

La prima grande occasione della storia in cui una moto italiana si aggiudica il titolo iridato di trial è il Campionato del Mondo del 1981, quando un impeccabile fuoriclasse francese, Gilles Burgat, porta la SWM alla fama internazionale regalando al marchio italiano l'immortalità nel ricordo degli appassionati della disciplina trialistica.

La motomeccanica italiana stava attraversando un periodo di forte crescita in tutti i settori e, per quanto riguarda il trial, la conferma non tardò ad arrivare con la vittoria di ben otto nuovi titoli mondiali consecutivi, in periodo cosiddetto post-classico, dal 1985 al 1992.

A conseguire i brillanti risultati furono nell'ordine la Fantic Motor con il pilota francese Thierry Michaud nel 1985 e 1986, la Beta con lo spagnolo Jordi Tarrès nel 1987, nuovamente la Fantic Motor con Thierry Michaud nel 1988, ancora la Beta sempre con Jordi Tarrès negli anni 1989 - 1990 - 1991 e l'Aprilia con il pilota finlandese Tommy Ahvala nel 1992.  Infine la Beta, con il pilota del Regno Unito Dougie Lampki, nella fase conclusiva del ciclo post-classico, regalò all'Italia ancora tre titoli iridati consecutivi, ad oggi gli ultimi nella storia del trial azzurro.

 

 
Erano gli anni in cui l'idustria motociclistica italiana era fiorente ma anche tra i giovani era forte l'interesse per gli sport motociclistici, in articolare per le specialità fuoristrada. Una combinazione di fattori che creava fermento ed attrazione sempre maggiori promuovendo le ricadute positive sia in termini di risultati agonistici sia sotto l'importante profilo produttivo ed economico. Erano gli anni in cui internet era agli esordi e tutti gli sport si seguivano, oltre che attraverso la televisione, sfogliando le numerose riviste specializzate. Davanti all'edicola restava solo l'imbarazzo della scelta ma non si restava mai insoddisfatti perchè gli editori erano sempre molto attenti a dare il meglio sulle loro pagine.
 
Erano gli anni delle moto che non avevano quale unico fine quello di consentire la partecipazione alle gare, perchè erano ancora concepite con la mentalità che ha accompagnato la motocicletta da giorno della sua nascita fino alla fine degli anni novanta, con lo scopo principale di regalare emozioni e soddisfare l'innato ed insopprimibile desiderio di libertà dei motociclisti e libertà significa proprio assenza di limiti ad iniziare dalla motocicletta.
 

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