Non ebbe nulla a che fare con la Laverda perchè non fu una moto di produzione ma una trial creata in Emilia grazie all’estro e alla passione di un trialista emiliano che seppe scoprire nella Laverda Chott quelle caratteristiche nascoste che potevano renderla un ottimo mezzo per il trial. Il modello oggetto della metamorfosi fu una Laverda Chott 250 cc. che fu rivisitata in molti particolari, partendo dalla geometria del telaio, rialzando le pedane poggiapiedi portandole anche in posizione più arretrata, sostituendo i mozzi delle ruote con due pezzi artigianali unici ricavati dal pieno, la sostituzione dello scarico con uno nuovo realizzato con specifiche caratteristiche idonee all’utilizzo della moto nelle prove di trial mentre per il motore sembra fosse stato interessato da piccole modifiche strutturali e piccoli accorgimenti come la sostituzione del condotto di ammissione con uno più lungo ed infine un ritocco anche alle sovrastrutture estetiche per rendere l’aspetto più agile e filante.
La moto partecipò ad una sola gara nel contesto del Trofeo Bultaco a Bologna durante il quale dimostrò i limiti di un prototipo appena nato che sembra non aver avuto ulteriore evoluzione.fonte: rivista Motocross dell'epoca |