Quando il motore Hiro fece la sua apparizione sul mercato, all'inizio degli anni 80, il trial si trovava, sotto il profilo della tecnica motociclistica, in una fase di transizione. Si stava infatti osservando una tendenza a ridurre notevolmente la cilindrata a cui ci avevano abituato le regine spagnole della specialità, compensando con il minor peso e con telai più maneggevoli e sospensioni sempre più efficaci la minor potenza disponibile fornita dai nuovi motori di 125 cc e addirittura 50 cc con cui la Fantic Motor entrò prepotentemente nel mondo del trial nel 1978.
Fantic Trial 125 - 1978 - scheda tecnica
In questo contesto c'era comunque chi continuava a credere nella scelta di propulsori a due tempi con cilindrata non inferiore ai 250 cc. con i quali equipaggiare le proprie motociclette da trial. Tra i tanti progetti di nuovi motori con cui interrompere il dominio delle case iberiche, spiccò in quegli anni quello del grande campione di trial d'oltremanica, l'indiscusso ed ineguagliabile pilota nordirlandese Sammy Miller, che decise di costruire una propria moto da trial utilizzando un motore derivato da un Hiro 250 da cross che lui stesso sottopone ad adattamenti e modifiche particolari quali la realizzazione di un gruppo termico da 310 cc. Fu proprio dalla sua grande esperienza in questa disciplina, nata in Gran Bretagna tanti anni prima, che venne messo a punto il nuovo motore specificamente realizzato per l'impiego trialistico. Il nuovo propulsore, monocilindrico a due tempi con cambio a sei marce venne presentato con il nome del campione inglese stampigliato sul grosso carter verniciato in nero opaco dell'accensione su cui spiccavano i caratteri bianchi delle scritte "Hiro Sammy Miller" https://www.retrotrials.com/sammy-miller-hiro-350t-engine-engine-manual.html e fu montato su un telaio progettato e costruito dallo stesso Miller. Il prototipo denomiato Hiro Miller debuttò nella sua prima competizione di trial condotto dal suo stesso costruttore e sbaragliò il campo vincendo la sua prima gara. Ciò nonostante per la Miller Hiro sfumò un possibile accordo con la CCM per la produzione della nuova moto e Miller rinunciò al suo sogno mentre la CCM poco tempo dopo venne assorbita dalla Armstrong.
Ma gli sforzi di Miller e del costruttore italiano di motori non furono vani, infatti il nuovo Hiro Sammy Miller venne proposto all' italiana Aprilia che presentò sul mercato la sua nuova moto da trial, l'Aprilia 320 trial.
Restauro Aprilia 320 Hiro Trial
Il motore Hiro che equipaggiava la nuova moto della casa di Noale era un Hiro Sammy Miller ulteriormente migliorato, dotato addirittura di una innovativa accensione elettronica ad anticipo variabile della Kokusan, ed era montato su un telaio che manteneva delle somiglianze con quello realizzato da Miller per il suo prototipo, caratterizzato da una struttura monotrave a culla aperta unita da una robusta piastra paramotore in alluminio. La nuova moto Aprilia era rivestita da un'inedita struttura monoscocca scomponibile realizzata in materiale termoplastico. Successivamente, nel 1981 la Armstrong presentò la CMT 310 http://www.armstrong-trials.co.uk/ equipaggiata con il motore Hiro 320 Sammy Miller anch'essa molto rassomigliante sia alla Miller sia all'Aprilia.
Il motore Hiro da trial fu scelto anche dall'ingegner Maltry per la costruzione della sua moto da trial, la "Trial Moto Maltry"un progetto tanto rivoluzionario per quegli anni da non essere compreso nelle sue vere potenzialità per le quali avrebbe meritato molta più considerazione Trans-Ama trial Hiro 320
Qui sotto un interessante articolo dell'epoca apparso sulla rivista Motocross n. 7 luglio 1979
Il gruppo che comprende l'albero, la trasmissione primaria ed il cambio metteva in evidenza la trasmissione a denti dritti e l'ingegnoso sistema con 5 ingranaggi con cui erano ottenute sei marce. |