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mercoledì 26 novembre 2025

Negli anni 70 e 80 in Inghilterra il Kickstart junior avvicinava i più giovani alla pratica del trial

 


Negli anni d'oro del fuoristrada venivano organizzate in Inghilterra, "patria" del trial, le divertentissime gare denominate kickstart, un apprezzabile compromesso tra la disciplina trialistica classica e la gimkana motociclistica. 

In virtù della grande passione per la specialità motociclistica, che da sempre appartiene ai britannici, i club organizzavano anche competizioni dedicate ai giovanissimi, contribuendo in modo efficace alla diffusione del trial ed alla importante alimentazione del vivaio necessario a sviluppare i campioni del futuro.

Il kickstart aveva  la caratteristica di essere meno impegnativo rispetto al trial puro e non presentava le difficoltà ed i rischi delle zone artificiali che venivano allestite nelle prove indoor, prove che comunque non erano al limite delle umane possibilità come quelle attuali. I piloti che partecipavano alle gare di kickstart regalavano uno spettacolo che divertiva ed entusiasmava gli spettatori, divertendosi a loro volta, approfittando di questi eventi, meno gravosi sotto il profilo fisico, per migliorare la loro preparazione e testare le motociclette provando eventuali modifiche e aggiornamnenti.

Ieri il trial, come le altre discipline fuoristradistiche, offriva molte occasioni per allestire eventi che attraevano sempre numerosi spettatori, non necessariamente motivati dalla passione, che confermavano la popolarità di questi sport motociclistici. Oggi le manifestazioni sportive dedicate alle due ruote tassellate sono pochissime e quasi mai esulano dai campionati ufficiali, privando la pratica del fuoristrada di quel gusto imprescindibile di libertà, improvvisazione, aggregazione e appartenenza. 

Non mi stancherò mai di  ripetere, sia agli amici con cui mi trovo spesso a parlare  di argomenti legati alla comune passione per le due ruote, sia qui sulle pagine del mio blog, come negli articoli che scrivo per la rubrica "Ruote & Motori" che curo per "l'inchiostro fresco" , che il motociclismo in generale avrebbe un grandissimo beneficio se si potesse fare un bel passo indietro riportando in equilibrio i piatti della bilancia collocandovi la giusta dose di progresso e tecnologia da una parte e di tradizione e "accessibilità" dall'altra.

Fausto Piombo 

 

 CLICK QUI PER GUARDARE IL VIDEO Junior Kickstart 83, Kickstart final 85  

 

 

 

 

 

 

 https://youtu.be/R48JFDpwnKs?si=KjlPpEgt-AkfJMzw

lunedì 10 novembre 2025

FANTIC MOTOR UN TITOLO MONDIALE IN MOTO2 DAL FASCINO VINTAGE

 

Alla sola seconda stagione in MOTO2 il mitico marchio italiano FANTIC MOTOR conquista il titolo mondiale e si conferma quale importante realtà nazionale e internazionale nel mondo dei costruttori di motociclette!!!


FANTIC MOTOR continua a scaldare i cuori degli appassionati motociclisti, italiani e non, ed anche di coloro che hanno conosciuto il mito FANTIC negli anni 70 - 80 e 90!!!


Grazie FANTIC MOTOR

 




 

 



 

 


 

lunedì 3 novembre 2025

QUANDO LE MOTO DA CROSS SI GUARDAVANO DAL BASSO ALL’ALTO

 

Gli anni settanta segnarono e ancora oggi rappresentano il periodo d’oro per le moto da fuoristrada. Non era tanto una moda da seguire guidati da un riflesso condizionato, quanto piuttosto un fenomeno molto diffuso, una sorta di amalgama tra gli ideali di trasgressione e indipendenza del mito americano di Easy Rider, la voglia di libertà ed il desiderio di conquista di nuovi spazi nel contesto sociale dei giovani dell’epoca, il tutto culminante in una nuova pratica sportiva che aveva un gran sapore di rivincita per chi non faceva parte delle classi che contavano.

Il motocross era quindi uno sport che incarnava valori non comuni ad altre discipline, quali il senso di appartenenza che si traduceva in un vero e proprio stile di vita lontano dai canoni conformisti promossi dalla società di quegli anni, caratterizzato da un velato e positivo concetto di disubbidienza sociale e culturale, tanto che il motocross divenne in quegli anni il tema ricorrente in molti film che lo rappresentavano come un ambiente molto particolare, una linea di confine tra sport e trasgressione.

Da queste premesse risaltano tutte le differenze tra il motocross delle origini e quello attuale, diversità che trovano un riscontro inequivocabile nella comparazione tra una motocicletta d’epoca, specifica per questa specialità, ed una omologa moderna.

La moto da cross attuale è un concentrato di tecnologia e soluzioni frutto di evidenti studi ingegneristici e di progettazione estetica che offre il meglio di quanto si possa chiedere ad un mezzo meccanico, che purtroppo non lascia spazio alla fantasia per apportare modifiche e personalizzazioni migliorative e soprattutto distintive della personalità del pilota.

Quella degli anni 70 era invece una motocicletta che, pur essendo prodotta secondo le disponibilità e le migliori conoscenze tecniche dell’epoca, non faceva in tempo ad arrivare nelle mani di un ragazzo nato tra la fine degli anni 50 e l’inizio del decennio successivo, senza diventare in un battibaleno oggetto di modifiche ed elaborazioni di vario genere.

Tra chi ha vissuto quei tempi è vivo il ricordo delle motociclette da cross appena uscite dal concessionario, sfolgoranti nella bellezza tipica di tutto ciò che è nuovo, che lasciavano ammirare le soluzioni semplici, ordinate ma non sempre funzionali che le caratterizzavano, che diventavano subito oggetto di osservazioni e suggerimenti da parte degli amici, i quali avevano a suo tempo provveduto ad intervenire sulle loro “dueruote”.

Questa prassi era diffusa e praticamente tassativa soprattutto per i piccoli cinquantini, sui quali, a volte, particolari quali il carburatore da 14 mm. e la marmitta originale  non resistevano oltre le ventiquattr’ore senza essere sostituiti con un carburatore più grande ed una marmitta ad espansione “bassa” da collocare sotto la culla del telaio della motocicletta.

Proprio quella prima modifica, che si concretizzava con lo smontaggio dell’ingombrante, appariscente e silenziosa marmitta originale con una piccola, sinuosa, seminascosta e rumorosa espansione bassa, diventava il primo particolare su cui si concentrava l’attenzione di chi osservava una motocicletta da motocross. Lo sguardo si concentrava sulla parte dell’espansione che sembrava cercasse di farsi notare apparendo all’improvviso tra gli spazi liberi della parte inferiore del telaio, proiettando verso l’alto lo spillo ed il terminale silenziato quasi sempre trattenuto, come imprigionato, da un staffa realizzata artigianalmente.  Quante diverse espansioni basse si potevano vedere in quegli anni, tutte bellissime, tutte diverse l’una dall’altra anche quando erano montate sullo stesso modello di moto, prodotte da nomi di costruttori e artigiani famosi quali Sito, Faccioli, Simonini, Marving, Fresco che suonavano come formule magiche tra i giovanissimi quando sognavano di rendere imbattibili i loro microbolidi.

Poi gli occhi si alzavano per esaminare con attenzione tutte le altre parti della moto, apprezzando senza distrazioni le linee sobrie ma indimenticabili e sempre immediatamente riconoscibili di ogni modello, inconfondibili anche quando ricoperte di polvere e fango sfrecciavano la domenica sui percorsi di gara.

Oggi tutto questo non esiste più, è svanito nel nulla soffocato da forme, colori e particolari che costituiscono le attuali moto da cross e fuoristrada, realizzate al computer, sicuramente perfette rispetto alle loro nonne e bisnonne ma prive di quell’essenza che dava vita ad un mondo unico che, nonostante lo sfarzo degli ambienti agonistici contemporanei di ogni livello, anche amatoriale, fa ogni giorno di più sognare un “ritorno al passato”.

Fausto Piombo