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martedì 1 settembre 2015

Missione speciale: ritrovare la vera anima del #motocross



In molti veri appassionati di motociclismo fuoristrada ci stiamo rendendo conto da un pò di tempo di quanto siano cambiate le varie discipline che lo rappresentano. Il cross, il trial e l'enduro hanno subito l'influsso eccessivo di una tecnologia esageratamente esasperata che ne ha stravolto la vera identità di queste specialità sportive.
Il motocross ha perso il suo carattere originale che accomunava la figura di chi lo praticava a quella di un moderno pioniere che come quelli del leggendario west era spartanamente audace. Il vero motocrossista doveva sapersela cavare in ogni situazione terminando le sue avventure motociclistiche magari con riparazioni di fortuna, inoltre aveva sempre a fianco a se un amico fidato che si occupava della sua moto, a partire dalle modifiche alla ciclistica, al motore e perché no all'estetica. Tutto era più semplice e un bravo meccanico con qualche modifica particolarmente azzeccata poteva fare la differenza. C'erano tanti piccoli costruttori, molti dei quali a livello artigianale che movimentavano il panorama  motociclistico e lanciavano sfide ardite ai colossi che dominavano il mercato, riuscendo a volte ad avere la meglio. Inoltre i tracciati sono cambiati gradualmente fino a diventare tutti molto simili tra loro e spesso realizzati artificialmente tanto da farli assomigliare a piste tipicamente indoor.

Anche il trial dal canto suo ha visto in pochissimi anni un'evoluzione tecnica delle motociclette senza precedenti e così radicale da aver trasformato quello che era lo sport motociclistico dai connotati tipicamente anglosassoni in qualcosa che ha molta più comunanza con i uno spettacolo di funamboli del circo.
Oggi delle doti principali necessarie e indispensabili per campioni di un tempo, la calma, la riflessività, l'equilibrio, il perfetto connubio tra pilota e moto e  il rispetto dell'ambiente con cui chi un tempo praticava questa disciplina si sentiva perfettamente integrato, sono rimaste solo l'equilibrio e il feeling con la moto, le altre sono state prepotentemente sostituite dalla capacità di compiere evoluzioni acrobatiche estreme, dalla preparazione atletica esagerata e da moto ipertecnologiche che consentono sfide ai limiti della fisica con pneumatici superperformanti capaci di aderire a superfici lisce come il vetro. Anche nel trial i tracciati sono spesso caratterizzati da ostacoli artificiali anche se inseriti in contesti naturali, inoltre le prove sono così esasperate da escludere a priori per il trialista della domenica ogni velleità di provare ad emulare le gesta dei campioni, a differenza di un tempo in cui esisteva l'illusione.

Trial 1975 - 1985 (fai click qui per vedere il video) 
https://www.youtube.com/watch?v=PdPO3rtZG8o&feature=youtu.be



Dimenticavo anche per l'enduro la musica è la stessa anche se forse qualcosa in più del passato ha conservato per quanto riguarda la sola componente umana ed i percorsi che sono rimasti in molti casi gli stessi.

Per tutti c'è comunque la dolente nota della sempre più consolidata presenza dei motori a 4 tempi che a differenza del mitico 2 tempi hanno un rumore antipatico, cafone ed insopportabile (il 2 tempi era una musica, un suono) e obbligano il pilota ad una guida che fa prevalere l'irruenza e il ritmo frenetico sullo stile.

Valli Bergamasche 1982: la regolarità per antonomasia.(fai click qui per vedere il video)

https://www.youtube.com/watch?v=YzsYQ1Ndk0k