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lunedì 27 ottobre 2025

TRIAL, UNA DISCIPLINA MOLTO PARTICOLARE

 


Che quella del trial sia una specialità molto particolare del motociclismo fuoristrada è già stato detto in mille occasioni diverse, ma che ad un certo punto siano stati superati abbondantemente i limiti che facevano del trial una tra le discipline motociclistiche più seguite e praticate lo si è iniziato a percepire recentemente.

Il trial è o, meglio, dovrebbe essere, uno sport motociclistico caratterizzato principalmente dall’impiego di motociclette assai diverse da tutte le altre impiegate nel fuoristrada, da un confronto con le quali appaiono subito, senza necessità di un esame attento, decisamente minimali con dimensioni ridotte e con una linea che le fa sembrare quasi incomplete. Questa configurazione del mezzo da trial deriva dalle origini della disciplina stessa che affonda le radici all’alba del ventesimo secolo nei primi anni del 1900, quando le motociclette erano utilizzate esclusivamente come mezzi di trasporto ed utilità quindi assolutamente prive di soluzioni particolari dedicate ad impieghi sportivi e agonistici.



 

Da quei lontani tempi è stata fatta molta strada in termini di evoluzione di mezzi e piloti, arrivando fino ai giorni nostri in cui il trial manifesta un cambiamento molto più incisivo di quanto si possa osservare per le altre specialità motociclistiche. Le moto, che un tempo e fino a tutti gli anni 80 erano caratterizzate da linee essenziali molto eleganti, spinte da motori che avevano il cosiddetto “tiro ai bassi regimi” e che producevano limitatissime emissioni sonore ed inquinanti grazie ai parchi consumi e la ridotta percentuale di olio lubrificante aggiunto al carburante, oggi sono soltanto lontane parenti di quei mezzi, essendo diventate piccoli concentrati di tecnologia capaci di consentire ai piloti di compiere evoluzioni che nel secolo scorso non erano nemmeno immaginabili.

Purtroppo l’evoluzione esasperata, se da un lato oggi offre esibizioni funamboliche capaci di mozzare il fiato agli spettatori come se fossero al circo con lo sguardo fisso sui trapezisti che volteggiano ad altezza vertiginosa, dall’altro ha privato i veri appassionati di quello spettacolo fatto di eleganza di movimenti dei piloti che sembravano danzare con le loro moto tra le asperità naturali di zone che non erano mai uguali tra loro.  


 

Oggi gli appassionati di quello che, non a caso, è definito trial classico si rivolgono sempre più numerosi al trial d’epoca o “vintage” che fa rivivere le stesse emozioni degli anni 70 e 80, periodo in cui il trial raggiunse la massima notorietà e diede anche vita alla pratica del “motoalpinismo”, in seguito ingiustamente discriminato dai divieti di circolazione fuoristrada che non hanno minimamente considerato le caratteristiche poco impattanti sull’ambiente delle moto da trial che, oltretutto, sono equipaggiate con pneumatici completamente differenti da quelli degli altri mezzi da fuoristrada, distinguibili dal battistrada a tassellatura ravvicinata che offre una maggiore superficie di contatto con il terreno aumentandone sensibilmente l’aderenza ma evita lo scavo di solchi profondi. Grazie a chi ha conservato o restaurato le vecchie moto che hanno fatto la storia del trial tra la fine degli anni 60 e la fine degli anni 90, oggi questa disciplina sta conoscendo una nuova vita ed è sempre più facile incontrare appassionati abbigliati con indumenti tecnici vintage partecipare a raduni dedicati alle moto da trial classico. Questa nuova realtà sta incoraggiando anche lo sviluppo di condizioni favorevoli alla realizzazione di percorsi ed aree autorizzate alla pratica del trial soprattutto quello motoalpinistico che, praticato nel rispetto dell’ambiente e di tutti i fruitori dei percorsi naturali, rappresenta una risorsa importante per lo sviluppo turistico, economico e culturale, offrendo altresì anche un’opportunità di presidio a fini di monitoraggio e sicurezza dei territori montani sempre più spopolati e abbandonati.

Fausto Piombo