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lunedì 25 gennaio 2021

Come salvare serbatoi, parafanghi e le plastiche in genere delle nostre moto da fuoristrada d'epoca

Le plastiche delle nostre moto d'epoca si possono recuperare anche quando sembrano destinate al riciclo

"Si può fare" esclamava Gene Wilder, interpretando il dottor Frankenstin, nel celebre film di Mel Brooks "Frankenstein Junior", nella famosa scena in cui tenta di ridare la vita ad un corpo inanimato.

Ebbene, anche le sovrastrutture delle nostre adorate vecchie motociclette da fuoristrada, sbiadite, maltrattate, verniciate e che comunque che non hanno più un aspetto accettabile possono trovare una seconda giovinezza grazie ad interventi di recupero adeguati.

Va detto subito che non esistono prodotti miracolosi che agiscono come per magia rigenerando le plastiche deteriorate, ma con tanta pazienza e un noto componente meglio noto come "olio di gomito" possono aiutarci nel non facile tentativo di recuperare i parafanghi, i fianchetti e le altre componenti in plastica delle nostre vecchie mangiapolvere.

 La sfida con i componenti in materiale plastico, deteriorati da anni di esposizione al sole, agli agenti chimici come il carburante e alle abrasioni, si ripropone puntualmente ogni volta che abbiamo a che fare con un nuovo restauro, e purtroppo anche nei casi di moto ben conservate c'è sempre un componente che ha necessità di essere "curato".

Personalmente da una trentina di anni mi occupo di prestare le mie cure a vecchie moto da fuoristrada e posso dire che ho sempre dovuto affrontare il problema delle parti in plastica che se non si presentavano nel migliore dei modi.

Facendo un inventario sommario ho avuto a che fare con le plastiche bianche dei parafanghi delle moto da trial Fantic Motor ed Aprilia, con i serbatoi rossi  rossi sempre delle trial Fantic e con quello blu della Garelli trial, con le plastiche rosse di una Cagiva wmx e recentemente con il serbatoio arancione di una Kram-it 50 regolarità e con i parafanghi di una Beta 50 mx 6 (recupero attualmente in corso).

Il serbatoio del Kram-it si presentava in condizioni disarmanti, tanto che in un primo momento ho valutato la possibilità di trattare linterno con un apposito isolante e verniciarlo esternamente. In ogni modo, dovendo comunque sverniciarlo, ho deciso di tentare il recupero e ciò che mi si è presentato una volta rimossa la vernice è stato un serbatoio completamnte graffiato con solchi profondi praticati dal verniciatore per far aderire il primer, il fondo e la vernice.

Per prima cosa ho lavato il serbatoio accuratamente con sgrassatore e detersivo per stoviglie, quindi dopo averlo fatto asciugare ho iniziato a trattarlo con carta vetrata a secco con grana 180 passando via via ad altra con grana sempre più fine passando poi a quella ad acqua che consente una levigatura più accurata con grana 400 e 800. Dopo questa prima fase ho sostituito la crt abrasiva ad acqua con una spugna abrasiva bagnata utilizzata insieme ad un prodotto in crema normalmente impiegato per la pulizia di cucine e sanitari. 

 


Terminata la levigatura fine con la spugna il serbatoio è stato lavato nuovamente e rifinito con carta abrasiva ad acqua con grana 1000 e 2000. Ripulito ancora con detersivo da piatti, sciacquato e asciutato perfettamente ho applicato su tutta la superfice un'abbondante spruzzata di silicone a spruzzo e successivamente dell'olio di vasellina (paraffina liquida) lasciandolo asiugare e lucidando in seguito con un panno morbido e pulito

 

Serbatoio Kram-it prima della sverniciatura

La rimozione degli strati di vernice, fondo e primer è stata eseguita utilizzando la lama ben affilata di un cutter prestando molta attenzione ad utilizzarla mantenendola in posizione verticale rispetto alle superfici lisce, inclinata  sulle parti spigolose.




Serbatoio Kram-it durante la rimozione della vernice e del primer


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Serbatoio Kram-it al termine del trattamento di recupero

 

Il recupero del parafango anteriore di un beta MX 6 del 1978, precisamente un M. Robert rosso cod. 353 lo sto eseguendo proprio in questo periodo e posso pertanto documentarne di volta in volta le fasi ed i conseguenti risultati.

Le sue condizioni prima dell'intervento erano veramente pessime, infatti risultava verniciato con vernice acrilica per carrozzeria sovrapposta in mani molto spesse a strati di primer e fondo. Lo spessore degli strati dei prodotti applicati era tale da azzerare completamente tutte le scritte in rilievo che caratterizzavano originalmente il parafango.

 

il parafango prima di iniziare il trattamento

 

 

Il primo sondaggio delle superficie del parafango, eseguito utilizzando la lama di un cutter, per verificare lo stato di conservazione sotto gli spessi strati di vernici applicate. si notano le sovrapposizioni di primer, fondo e vernice rossa.

Anche l'interno del parafango è stato verniciato ma con passate assai leggere e questo ha consentito di riportare faacilmente alla luce la superficie originale restituendo subito la vista del codice di produzione "353"


Procedendo ad asportare la vernice la plastica torna a farsi vedere


 
Terminata la prima fase di rimozione del rivestimento applicato dal carrozziere chissà quanti anni fa, il nostro parafango non rivela un aspetto incoraggiante, ma è proprio in questo momento che dobbiamo credere nelle nostre capacità proseguendo con determinazione il notro lavoro.
 
A questo punto si deve cercare di livellare la superficie del parafango utilizzando la lama del cutter nelle sezioni più ampie ed altri oggetti affilati che ci creeremo valutandone la forma migliore (in certi punti concacavi o convessi ho utilizzato un vecchio opinel a cui ho affilato al meglio la lama)
 
Con questa tecnica si deve asportare uno strado sottilissimo di materiale compiendo molte passate leggerissime e con movimenti lunghi e costanti in modo da non creare scalini, mantenendo sempre la lama in posizione verticale così praticare incisioni.
 
 



 
Teminata la livellatura il parafango si presenterà già con un aspetto migliore ed il colore della plastica sarà molto simile a quello che aveva in gioventù. Ovviamente la strada è ancora lunga per ottenere il risultato desiderato ma tutto lascia ben sperare e ci sentiamo più sicuri. Dopo una bella pulita con un panno imbevuto di solvente per acrilici da carrozzaria, ho iniziato ad eseguire le prime passate con la carta abrasiva partendo con una grana 180 passando via via alla 200  sempre a secco


 
 
Il prossimo passggio richiederà l'utilizzo di carta abrasiva ad acqua passando gradualmente dalla 400 alla 2000 e successivamente potrà entrare in gioco la spugna abrasiva abbinata alla crema detergente. Prossimamente documenterò nei dettagli lo sviluppo del lavoro.

La lavorazione è ripresa con i passaggi in cui ho utilizzato la carta abrasiva ad acqua grana 400 e 800 con un passaggio intermedio con la spugna abrasiva abbinata a sgrassatore liquido.

Il risultato è evidente e con il prossimo intervento con carta abrasiva ad acqua grana 1000 e 2000 e successiva azione con spugna abrasiva fine e crema detergente si potrà passare al trattamento finale con pistola ad aria calda da carrozziere, cera liquida rossa per pavimenti in cotto e successiva applicazione di paraffina liquida.




Trascorsa il tempo necessario per la completa asciugatura della paraffina il parafango è tornato ad avere un aspetto accettabile e potrà essere rimontto sulla moto facendo la sua discreta figura.



Per i serbatoi rossi Fantic Motor trovate di seguito la documentazione del mio intervento sul serbatoio di un Fantic Motor Trial 50 compromesso dall'esposizione di anni all'azione del sole e delle intemperie ch hanno sbiadito la superficie.




Affrontando questo intervento ricordo che è molto importante non carteggiare o raschiare la superficie ruvida del serbatio Fantic perché si tratta di una caratteristica fondamentale tipica di questi serbatoi in plastica.

Iniziamo con una bella ripulita della superficie del serbatoio con detersivo per stoviglie o con sgrassatore universale.


Dopo aver spruzzato il detersivo o li sgrassatoresul serbatoio utilizzarela parte ruvida di  una spugna da cucina o una scotch bryte da carrozziere per strofinare la superficie rovinata dall'esposizione prolungata al sole e alle intemperie. Dopo pochi minuti si noterà già un cambiamento.nell'aspetto dela plastica che inizierà a riprendere un colore più vivo.






Quando tutto ul serbatoio avrà un apetto migliore ed omogeneo come nell'immagine seguente in cui la cuticola biancastra sembrerà essere sparita ed il rosso riaffiorerà...


...sarà giunto il momento di risciacquare con acqua il serbatoio per valutarne l'aspetto...



...a questo punto il serbatoio sembra tornato come nuovo ma essendo bagnato ci trarrà in inganno. Asciugheremo con un panno pulito e potremo osservare il reale aspetto...




Se la superficie risulterà ancora molto bianca sarà opportuno proseguire ulteriormente con il trattamento precedente. Se risulterà ce nelle immagini soprastanti invece sarete pronti per passare al procedimento di pignentazione con la cera liquida diluita con la trementina.

(Prossimamente documenterò anche questa fase, a presto - 23/10/2023)

 

Sul sito FANTICHISTISETTANTA trovate la guida che io stesso ho seguito per recuperare questo tipo di serbatoi.

 

Recupero del parafango posteriore di una Fantic trial 125 del 1980 che apparentemente sembra irrimediabilmente compromesso.


Il parafango si presenta integro, salvo una piccola interruzione del bordo laterale sinistro. La sua superficie appare rovinata dalla lunga esposizione al sole e agli agenti atmosferici, al tatto è ruvida e il colore bianco della  plastica è mutato in grigio nella parte rimasta esposta ed in giallo in quella rimasta nascosta dalla sella e dal portatarga. Il recupero inizia con il passaggio di una scotchbrite bagnata con acqua e sgrassatore.




Questo primo passaggio serve a pulire la superficie e a rimuovere lo strato superficiale di residui depositati sul parafango in seguito alla prolungata esposizione al sole e alle intemperie.

Il passo successivo consiste nella rimozione di un leggerissimo strato di materiale plastico dalla superficie danneggiata. Personalmente utilizzo una forbice da ufficio facendola scorrere sul parafango impiegando il lato interno della lama. In questa fase occorre evitare di esercitare pressione sulla superficie del parafango in modo da asportare soltanto un velo sottilissimo di materiale.



Dopo questa prima operazione l'oggetto trattato inizia a ritrovare un aspetto più simileca quello originale.


Il terzo stadio della procedura richiede l'uso della lama di un cutter, utilizzata con il suo lato interno come già visto con le forbici. La lametta va fatta scorrere in un solo senso con il lato interno del suo filo (quello non tagliente) in modo da asportare uno leggero velo di plastica senza segnare o scalfire la superficie che deve sempre rimanere liscia ed uniforme.

Dopo diversi passaggi longitudinali e diagonali con la lametta la superficie del parafango  si presenterà assai migliorata, anche se ancora non perfettamente ricondizionata.








Adesso occorre passare alla levigatura con carta abrasiva all'acqua graba 800 avendo l'accortezza di spruzzare un poco di sgrassatore  aulla superficie del parafango.






Durante la fase di levigatura occorre sciacquare alcune volte il parafango per evitare di levigare sulla superficie sporca.

Terminata la levigatura il.paradango andrà pulito ancora con li sgrassatore e lavato con acqua e tornerà qyasi come nuovo.